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I fratelli Mancini concedono il bis

Dopo la cintura nera di Massimo Mancini anche la sorella Silvia, classe 1993, ottiene la cintura più prestigiosa. Al terzo tentativo, Silvia Mancini ha centrato l’ambito obiettivo piazzandosi al 7° posto nella classifica finale dei 78 kg agli italiani juniores svoltisi domenica 24 febbraio ad Andria. La spellana ha affrontato con determinazione la gara ed ha dimostrato che un po’ di allenamento in più gli avrebbe probabilmente permesso di salire su un gradino del podio. Purtroppo, problemi di studio, frequenta la facoltà di ingegneria a Perugia insieme al compagno di squadra Juri Medici, e di distanza, vive a Terni, gli impediscono di frequentare con più assiduità la palestra di Spello. Grande soddisfazione per il tecnico Giulio Famà come sempre a bordo tappeto che da subito ha creduto nelle capacità dell’atleta umbra. "Devo ringraziare, innanzitutto la mia famiglia – ci dice la giovane judoka - che mi ha sostenuto, anche economicamente e che mi ha seguito fino ad Andria per tifare per me. In secondo luogo vorrei ringraziare tutti i ragazzi di Spello, che mi hanno messo in condizione di preparare una difficile trasferta, ed infine il mio maestro, Giulio Famà, al quale sono già molto affezionata e che ha creduto in me". Un ottimo inizio anno, che in solo due settimane ha portato una ventata di allegria e di successi nella squadra di Spello, riuscendo in un’impresa incredibile, due cinture nere nella stessa famiglia ed una medaglia di bronzo, quella di Massimo (quest’ultimo potrà avvalersi dei consigli del campione d’Europa, Francesco Lepre, c.n. 6° dan, responsabile delle squadre agonistiche del club del M° Giuseppe Famà). Il bottino di Andria poteva essere anche maggiore se non ci metteva lo zampino il diavolo dei sorteggi impossibili che non hanno certo favorito i samurai di Spello. Al primo turno, Michael Balzana ha vinto contro il siciliano Pappalardo, più volte medagliato agli italiani, per poi perdere contro il bronzo europeo, il napoletano Di Loreto. Nell’incontro di recupero Balzana non riesce a superare il titolato atleta di Torino, Schiavina. Nulla da fare per Giacomo Gramaccioni e Juri Medici, entrambi messi fuori al primo turno dai rispettivi campionati d’Italia.

Inizio con il Botto

Inizio con il botto per i samurai dei fratelli Giulio e Giuseppe Famà: Un bronzo pesante per il giovane Massimo Mancini, classe 1997, ai recenti campionati italiani cadetti svoltisi sabato 9 febbraio a Ostia. Un bronzo che "regala" l’ambita cintura nera a soli quindici anni. Prima di lui, solo Leonardo Pascucci era riuscito in questa impresa ed anche Leonardo era risultato terzo classificato in una categoria pesante: "Speriamo che sia di buon auspicio e che Massimo possa eguagliare e superare i risultati ottenuti da Pascucci - ci dice il tecnico Giulio Famà -, di sicuro ha ottenuto un risultato eclatante ed insperato fino a pochi giorni prima dei campionati, considerato che la sua partecipazione era in discussione, a causa di un intervento al ginocchio che lo ha tenuto fermo per oltre un mese. Un successo che ha fortemente voluto e per il quale Massimo ha fatto e fa enormi sacrifici tutti i giorni per venire ad allenarsi a Spello: Massimo vive e studia a Terni, ma la distanza non lo ferma. Una volontà di ferro, pochi atleti si sacrificherebbero come fa lui". Ma per tornare al pomeriggio di sabato (una gara iniziata alle 9,30 e finita alle 22,15), il 90 kg spellano ha vinto ben 5 incontri e ne ha perso solo uno contro Pozzi, il pluricampione d’Italia. Lo score parla di tre incontri vinti per ippon in piedi, uno a terra ed uno per Waza-ari nella finale per il terzo posto, questo il bilancio conclusivo, che la dice lunga sulla determinazione e la potenzialità del giovane Mancini. Una cavalcata fino al gradino più basso del podio, quella di Massimo, effettuata sotto gli occhi del padre (ex atleta d’interesse nazionale), visibilmente emozionato ed orgoglioso. Massimo ha esaltato i compagni di squadra che lo hanno sostenuto fino alla finale, che si è tenuta alle 22 circa. "Non riesco a credere a quello che ho fatto – ha affermato il giovane campione del Kodokan Spello - non mi sembra vero di essere riuscito a vincere la medaglia, una medaglia che sognavo da tempo ma che dopo l’infortunio mi sembrava irraggiungibile". Massimo non è nuovo ad imprese di questo tipo, già bronzo ai nazionali del 2011 e vincitore del Trofeo Italia, sempre nel 2011, ha partecipato con la nazionale a vari tornei in Italia e all’estero ed il suo obiettivo dichiarato è quello di approdare ad una olimpiade, il sogno di tutti i judoka. Per il momento si gode questo meritato successo con i suoi genitori e gli amici del Kodokan Spello, dopo aver ricevuto i complimenti del M° Nicola Moraci, tecnico del judo Frascati, dove Massimo si è allenato spesso, e dal Presidente della Fijlkam Umbria M° Giuseppe Famà. Sempre in casa Spello meritano gli onori della cronaca Jordy Suarez uscito con onore al secondo turno e Lenin Fernando Mosquera, che in gara non riesce ancora ad esprimersi al meglio.

La Lettera

Quello del judo umbro è stato un quadriennio olimpico senza precedenti con successi provenienti da tutte le categorie: giovanili e seniores, maschili e femminili. Quattro anni in cui la piccola Umbria è diventata grande anche grazie ad una persona: Giulio Famà, Ct della squadra regionale che non ama l’attenzione dei riflettori ma che assieme ai suoi ragazzi ha raggiunto vette che sembravano inaccessibili. “Il quadriennio olimpico è ormai alle spalle – afferma il Commissario Tecnico Famà - e i recenti articoli apparsi sui giornali locali non aiutano a comprendere l’enormità dei sacrifici affrontati dalle società dell’Umbria e dai loro tecnici. Mi preme, per ovviare alle troppe dimenticanze e alle inspiegabili omissioni emerse in questi giorni evidenziare la reale situazione dei valori in campo e dare il giusto peso all’effettivo lavoro svolto. Quale Commissario Tecnico Regionale ho avuto il merito di aver coinvolto in questa avventura insegnanti di grande spessore morale. Penso ai maestri Celestino Magnini, tecnico di lungo corso della blasonata società di Ripabianca, e Dario Dionisi, il quale è riuscito a condurre gli atleti del Kodokan Gubbio ai vertici del judo nazionale (basti ricordare Bianchini e Fiorucci, vincitori nel 2012 del Trofeo Italia, senza dimenticare il figlio Marco, ottimo argento ai campionati italiani). Non si potrà tacere l’ottimo lavoro svolto da Leonardo Perini e Mirco Diarena, responsabili della squadra agonistica maggiore: Leonardo (per tutti il Coach) ha conquistato con la simpatia e la disponibilità l’affetto dell’intera squadra regionale, ed è anche il maestro di una società storica dell’Umbria nella quale si sono formati atleti come Daniele Sciabola (bronzo alla Coppa Italia 2012), e Giacomo Mellone, (bronzo agli italiani juniores 2012). Mirco, alla guida del Kodokan Fratta dopo la prematura scomparsa del padre Silvano, ha saputo creare una compagine che oggi vanta capitani come Matteo Lascialfari (secondo nella Coppa Italia 2012) e Nicola Becchetti (Campione italiano juniores in carica).Tutti i ragazzi citati hanno potuto usufruire del supporto tecnico di maestri d’eccezione come Giovinazzo, Lepre, Cattedra, una bella fetta della storia del judo italiano prestata alla nostra squadra regionale.Non posso non citare chi ha consentito all’Umbria di essere rappresentata in tornei europei, campionati mondiali ed olimpici. Mi riferisco alle Fiamme Azzurre di Perugia di Francesco Bruyere (oro nella Jigoro Kano Cup), degli olimpionici di Londra Francesco Faraldo ed Elena Moretti e di tanti altri ancora, tra i quali mi piace citare l’umbro Matteo Celesti (5° assoluto in Italia). Una collaborazione, quella con i vertici della polizia penitenziaria, il dott. Marcello Tolu ed il dott. Francesco Pennisi che proseguirà anche nel prossimo quadriennio e che permetterà una sempre maggiore crescita del judo umbro. Da ultimo - conclude Famà - non posso che dimostrare la mia soddisfazione per la rinascita del judo ternano. Ricordo con piacere i due titoli italiani di Francesco Pragliola e Massimo Mancini della Passpartout diretta dal Maestro Ferdinando Fiocchetti e da Stefano Nardone. Sugli scudi anche altre interessanti promesse come il già citato Mellone e Nicholas Colomboni della Guazzaroni del Maestro Gianluca Guazzaroni e dei tecnici Roberto Colombini e Alessandro Cervelli.Vorrei proseguire nell’elenco ma non è possibile citare tutti gli atleti delle società umbre che, fatta eccezione della squadra di Città di Castello, nel quadriennio passato hanno partecipato agli allenamenti regionali ed hanno contribuito al successo della squadra. I titoli di coda vanno però con merito a Filippo Tonzani, tanto per citarne una giovane promessa del fiorente vivaio del M° Poeta, agli atleti della storica società del M° Giampaolo Magri, a Elisa Mazzetti e Riccardo Basili, fiori all’occhiello del sodalizio di San Sisto e infine, mi sia concesso, anche ai ragazzi del Presidente Giuseppe Famà e del sottoscritto: Binucci, Battistoni, Balzana, Damiani”.